Era arrivata di prima mattina, erano passati tanti anni da quando andò via da
quei luoghi,la casa le sembrava più
piccola di come la ricordava, ma si respirava la stessa aria,( come quando si
mangia qualcosa che assaporavamo da bambini e di cui ci eravamo quasi
dimenticati),
Nessun rumore, nessuna presenza di vita, tutto era abbandonato, qualche
erbaccia infestava il viale di accesso, vi si addentrò, con lentezza ma con la sicurezza di chi conosce bene quel
luogo.
Faceva volutamente dei rumori mentre
andava avanti, per attirare l’attenzione di qualche improbabile presenza, si avvicinò all’uscio,” possibile
che la chiave fosse la? Ancora sotto al vaso di piante ormai rinsecchite”,
tanto valeva provare, sollevando il vaso, il tentativo si rivelò fortunato, la
chiave era la, con qualche traccia di sporco provocata dal tempo e dall’umidità,
la ripulì con la dita, la infilò nella serratura, e il chiavistello, comincia a
girare più volte, finchè il portone in legno, costruito da qualche artigiano
locale prima ancora che lei venisse al mondo, si apri con qualche difficoltà.
Non le restava che entrare, cercare di
capire cosa fosse che la aveva improvvisamente riportata la, un impulso
prepotente, invisibile ma troppo vivo per essere ignorato, la aveva riportata
la “chissà se trovo qualche segno che mi aiuti a capire” pensava tra se, e con
questo pensiero varcò la soglia di ingresso …